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Creatura

Joaquín Sorolla y Bastida, Niñas en el mar (1909)

Tutto ebbe inizio nel tuo seno
in fermento per un recapito oscuro

un antico liuto il tuo corpo di meraviglie
non potevo che suonarlo come cosa sacra
guidato dalle tue stesse dita occhiute

vigilanti i miei squilibri sull’arco delle ciglia
non temere, è solo il troppo blu degli occhi,
annuncio di quella grande onda che attendevo
pensavo il mare mi restituisse l’immagine
non lo credevo un travaso di Dio
la sua accoglienza si spiega con l’arcano dell’acqua

mi fu detto: percorri il sentiero dei padri,
e a notti frugai tra cervelli fottuti da droghe
pesanti o leggere, è sempre merda
in cui affogano la più bella età fragile
prima che giunga una migliore età forte

è che ginocchia pronte a piegarsi cerca
la mala cricca degli avidi e dei furbi

il cinismo redime il cinismo deprime
non ho ancora deciso in un senso
ma la creazione non ama gli indugi
pretende ora l’atto che snoda,
così ho sciolto gli ormeggi:
che ne dici? è giunto il tempo
di richiamare gli spiriti esiliati?

A lungo mi ha compresso più l’attesa
della sua venuta, anzi
mi ha espanso, mi ha installato
nel centro esatto della vita.

Accadde così che a quattro zampe
cominciammo ad esplorare noi stessi
noi tre vorticosi a quattro zampe
in un girotondo di spiriti rinati
fino a fondersi nel nucleo, familiare,
antica parola tornata dall’esilio.

“Creatura” in D. Breschi, Cicatrici e altre incarnazioni, WIP, Bari 2015, pp. 19-20

Ringrazio Matteo Vecciarelli per la segnalazione del brano di Woodkid (nome d’arte di Yoann Lemoine).