Il chiodo e il nodo

Giovanni Segantini, La vanità (1897; particolare)

Non disertare la terra del sole
solo perché temi non resti che
deserto, calpesta solcala sfiancala
ventre di donna sia corona di spine
per l’inchiodato mutare della parola
che come farfalla ondeggia d’amore
e di attimi è preda e tu sei preda
al rapace movimento della morte.

Così ascolta: lei ti chiama, andante
e se tu mi siedi in grembo fossi il dio
o non lo fossi, poco importa
perché il caso non si indaga, non puoi;
o l’ami o l’odi, la spada hai in mano:
tronca il nodo e sciogliti i capelli.

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2 pensieri su “Il chiodo e il nodo

  1. Caro Danilo,
    ricambiamo di cuore gli auguri e grazie per la bella poesia!
    Donatella e Renzo

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