Dimmi una cosa

James Ensor, La disperazione di Pierrot (1892)

Dimmi una cosa: se la voce
che mi porti flebile all’orecchio
annunciasse verità che di me
uomo facessero, saresti tu
la donna per i miei incendi?

Violando il fronte dei rimorsi
assisto al maturare dell’occhio
tuo, azzurro come redenzione
e nel tirare a fondo salgo mite,
violando ora divieti d’uscita
dal tuo feudo di signora scarlatta
come il marchio che di noi segna
scadenza e conferma, mia e tua.

Di brivido poi invischia la schiena
quasi fosse un inchino a regina
assisa proprio all’indice del libro
nero di passato, bianco di futuro.

Dimmi una cosa – Versione audio:

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10 pensieri su “Dimmi una cosa

  1. La tua voce: un brivido invischia la mia schiena… Mi inchino a te, mio re. Confermo un nero passato, credo in un bianco futuro… accompagnata dalla tua emozionante poesia°°°

  2. Poesia letta… riletta… ascoltata… riascoltata… fino ad imprimerla nella mente. Per versi magici come questi, non può essere che così. Di nuovo grazie.

  3. Sì, caro Danilo, la donna che riesce a farti crescere è Lei, la donna dei tuoi incendi, che ti fa crescere proprio attraverso i tuoi incendi, perché il fuoco vivifica lo spirito.
    E questa donna, con lo sguardo profondo e cosciente dei suoi occhi azzurri, ti sommerge quasi in un azzurro manto di Madonna che ti redime e ti eleva. Così, penso che ciò che sentivi avvilente per i rimorsi che ti affossavano, in questa totale conversione del tuo essere riceve una spinta contrastante che ti solleva facendoti emergere alla superficie e donandoti la libertà dagli obblighi e dai ristagni. Una scelta di conferma di vita che ha come suggello questa donna nell’Indice della tua vita pur lasciando un intermezzo di pagine da scrivere, di eventi da affrontare.
    Questo è ciò che di questa tua poesia il mio cuore ha intuito…complimenti! La spinta a crescere è il più grande valore dell’essere.

  4. Questa poesia è magnifica. Parla a chiunque la legga con cuore aperto. E’ una grande storia narrata con pochi magistrali versi. Mi ha toccato profondamente, anche la voce con la quale è letta.
    Grazie davvero per questi doni che ci fai!! 🙂
    Loredana S.

  5. Poeta, chi sarà la donna dei tuoi incendi? Forse la tenera fanciulla della canzone che ha un vestito per ogni giorno, anche se fatto di stracci, e la domenica si veste da pagliaccio triste? Sì, forse è lei. Lo struggente suono del sitar lo dice, avvolgendola in una languida carezza. Tu, con forza dosata e discreta, liberandoti e liberandola del marchio scarlatto del suo feudo chiuso, la consoli e la liberi. Vi liberate insieme dalle scadenze e dalle conferme. Il tuo brivido le rende omaggio e la rende padrona del libro delle vostre vite che ha pagine già scritte ed altre da scrivere.

    Magnifica colonna sonora e dipinto molto appropriato. Grazie Danilo, hai composto una magnifica opera.
    Un abbraccio.
    Annamaria

  6. Molto bella, complimenti! ma colei che dovrebbe risponderti è una donna reale oppure è la Poesia?

    Un caro saluto,
    Rosaria Di Donato

    1. Difficile rispondere, cara Rosaria. C’è sempre qualcosa di concreto, di reale, e qualcosa di immaginato, nell’invocazione poetica. Resta il fatto che la Poesia è un canto rivolto all’esterno di sé e invocato all’interno di sé. E’ sempre, a suo modo, una domanda, a cui talora non conviene nemmeno dare una risposta. Resta vero che c’è chi è capace di innescarti la voglia di questo canto, e può essere una donna molto concreta, reale.
      Un caro saluto,
      DB

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