Quasi fossi io

Fortunato Depero, I miei balli plastici (1918)

non annuncia, lei che sviene,
non annuncia, lui che scrive
forsennato sui margini scrive:
non annuncia meraviglie la stura
delle notti bianche esibite a protesta
nel laido fluire di corvi incravattati,
e fusi nella loro rosea pinguedine.
Marionette vibrate da mani inconsulte
sono angeli smemorati e mercenari
che tagliano le ali un tempo donate
e il bimbo che era in lei, in lei sussulta
come nuova gravidanza ma isterica;
se la Pasqua mimata è in lui menzogna
c’è sempre lei in cui credo, in cui vivo
quasi fossi io il prossimo chiamato
quasi fossi io a sussultarle nel ventre.

Quasi fossi io – Versione audio:

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3 pensieri su “Quasi fossi io

  1. Poeta, quella Pasqua menzognera non è in te. Tu possiedi la Rinascita perenne che si rinnova come la Natura benigna vuole. I pingui maiali, le stupide marionette neppure ti sfiorano, cammini al di sopra di loro, sia pur chiuso in un’atmosfera soffocante e inadatta a te. Quel bimbo che sobbalza nel ventre di Lei, Madre Terra, sei certamente tu e Lei, dolente ed oltraggiata, si riscatta attraverso una nascita vera: quella di un Poeta.

    Magnifico illustrare questa tua bellissima opera con Dépero, così ironico e graffiante. Molto ben scelta la canzone.
    Grazie Danilo, un abbraccio forte.

  2. Concordo con l’amica Marianna. Inoltre, scorgo, nelle Sue poesie, lampi di segreti indizi, intravisti dalla fessura di una porta, che rapida si chiude.
    Un grande, fraterno, abbraccio ad un grande uomo, professore, intellettuale e poeta.
    Pantera

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