Il forse e il certo

Non resta che, attraversando la notte, ingaggiare all’alba la lotta con l’angelo imprevisto…

Eugène Delacroix, La Lutte de Jacob avec l’Ange (1853-1861)

Io vivo, o almeno ci provo,
coordinando i dadi alle stelle,
queste pensate a sorte, una a testa,
per ogni passante sulla terra.

C’è da chiedersi
quanto cielo mi tocchi in sorte
frammisto alla terra umida
che opprimerà le mie ossa, un giorno
quando il dado sarà tratto.

C’è da chiedersi?

Il forse e il certo – Versione audio:

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2 pensieri su “Il forse e il certo

  1. Caro Danilo
    La tua voce
    Calda
    Rabbrividisco
    Forse
    Mi cogli
    Come…
    Certo
    SONO
    Un passante sulla terra
    Terra umida
    Imprevista
    Foglie scivolose
    Radici esplose
    Rocce nascoste
    Lance ?!
    Forse… dimenticate!
    LA LUTTE !?
    Sempre certa
    Dalla notte
    All’alba
    VOGLIO
    VIVERE
    Io
    TERRA
    CIELO
    STELLE
    Solo
    Un passante
    Avec l’ Ange

  2. Caro Danilo
    Bello questo poetare! “mi chiedo”… Il pensiero della poesia è arte, non si può pensarlo prima perché se è arte, detto pensiero si fa facendosi. Ognuno di noi porta la propria responsabilità destinale. La libertà sta nel modo in cui si porta, in cui si accetta, in cui la si compie accettandola, la nostra responsabilità. Sisifo in fondo è felice. Quella che cerchi è “la possibilità impossibile”e che puoi chiedere soltanto attraverso l’arte. “C’è da chiedersi?”. Sì. Saluti,
    Giancarlo

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