La terra dell’abbandono

Carlo Levi, Gli amanti

c’è quel che assolve, e quel che distrugge
anche se sei innocente dichiarato, non conta
c’è il tribunale che t’hanno installato di notte,
ai primi vagiti, i mortali d’accordo con gli dèi

c’è l’essere diurno, e io che son notturno

c’è la tua chioma di fuoco intravista tra la folla
quelle cosce che aprono varchi nelle coscienze,
ma poiché a sentirsi in colpa si fa sempre in tempo
sai che delinquo volentieri, e ti amo pure di giorno

c’è l’essere diurno, e io che son notturno

ricordati sempre più di fare i conti con la morte
non la tua, ma quella di chi a te è più caro,
ricordati come travolge il calendario di ciascuno
ti spacca in due il tempo, il prima e il dopo

c’è l’essere diurno, e io che son notturno

in questa broda primordiale cui vorrebbe ridurmi
la casta dei benpensanti dalle morali biforcute
scodello un progetto di società minima, in due
sì, che bastiamo in due, l’ho letto sui manuali

c’è l’essere diurno, e io che son notturno

e così mi ricordo bene cosa congegnai ventenne
una terra che immagino distesa su glicini in fiore
e dal brodo passeremo a bere gli occhi violacei
di ninfe e fauni, in un’orgia di anime spiritose

c’è l’essere diurno, e noi che siamo al di là
proprio noi, i primi coloni dell’eterno abbandono.

[da Cicatrici e altre incarnazioni, WIP Edizioni, Bari 2015, pp. 57-58]

La terra dell’abbandono – Versione audio:

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6 pensieri su “La terra dell’abbandono

  1. Anche i sogni muiono, uccisi da albe livide.
    Bello poter essere un animale notturno…the night is yours alone.
    Popolata di strane creature che diventano pensieri, desideri, trasgressioni o paure.
    Si potesse dilatare la notte…
    Grazie Danilo

  2. Come può un Poeta essere diurno?
    Come può un Poeta lasciarsi imbrigliare da paludati tribunali di cartapesta dei mortali in combutta con gli dei invidiosi?
    Come può un Poeta non delinquere con l’amore dalle chiome di fiamma, amando anche di giorno per donare a questo sentimento luce piena?
    Come può un Poeta non inorridire davanti alla morte che lacera chi resta, che crea solchi nell’esistenza di chi rimane?
    Come può un Poeta non avere orrore della broda primordiale e schifosa dei benpensanti, già condannati ad ignominiosa scomparsa?
    Il Poeta ha in sé e nel suo Amore che ha scelto, il seme della rinascita, il nuovo nettare con cui dissetarsi, la nuova allegria, la nuova gioia di vivere dominando il giorno e la notte, rendendoli entrambi degni di vita.

    Grazie dell’emozione che mi hai donato, Danilo. Le mie parole son sempre insufficienti a descriverla. La musica dolcissima è una colonna sonora veramente bella.
    Ti abbraccio forte.

  3. Di solito le poesie o non le capisco o mi lasciano indifferente, questa l’ho trovata particolarmente bella e densa (so che non è un termine appropriato ma è quello che forse spiega meglio quello che non riesco a dire appropriatamente).
    Complimenti

  4. In una terra abbandonata
    incarnazioni
    di esseri dagli occhi
    feriti.
    Tra colori d’arcobaleno
    maschere
    nere
    che lasciano che parlino
    ma…cosa chiedono?
    Essere assolti
    INNOCENTI
    Vedere soli infuocati
    cascate di glicine in fiore
    in faccia la morte…
    Occhi che piangono
    ricordi COLORATI
    d’amore materno
    di anima paterna

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