Uscita introversa

Edward J. Poynter, The Cave of the Storm Nymphs (1903)

anfratti segnati da limiti amati
quando un passo era un masso
sul cristallo di quel mite,
lastricati nervi e polsi
di friabili pronunce

anfratti stanati da occhiate alate
perché chiedo ciò che ascolta
e non più l’eco stremata

di roventi contatti abusa
lo sguardo a scavare parole
ancora non dette
ché di scavata poi non resta
che l’orbita orfanata
dell’occhio mio che anela
visioni non altro che convesse

prigioniero ora evado
da un moto ormai conato
di corpi ottusi, reclusi
ho deciso ora evado

manca solo ciò che salva
altro sguardo, altro moto
dei tuoi capelli, dei tuoi cenni
un sorriso e mi conduci
da dentro a fuori a dentro.

Uscita introversa – versione audio:

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14 pensieri su “Uscita introversa

  1. Commuove, Poeta che tu considerassi di cristallo il tuo anfratto del Sogno, dove ogni passo era masso inadeguato, gravato dal tuo senso di inadeguatezza al luogo. Avevi friabili pronunce per chiedere ciò che volevi conoscere ben chiaramente e non udire solo una spenta e confusa eco, riflesso del tuo malessere.
    Hai deciso finalmente. Cercherai lo sguardo che salva, il tuo occhio vedrà le visioni che aneli guardare, tornando nella sua orbita.
    Ninfe di tempesta rigeneratrice accompagneranno chi ti condurrà dentro e fuori dall’anfratto ritornato ad essere di cristallo e la tua angoscia sparirà, Poeta.
    Come non scegliere una così bella, sia pur disperata, canzone a commento di queste tue meravigliose parole? Sono io ad avere parole inadeguate per esprimenti la gratitudine del grandissimo regalo che ho ricevuto leggendo la tua opera.
    Un grande abbraccio.
    Annamaria

  2. Molto intensa, ricca di immagini e di giochi di parole.
    Le parole si caricano di significati nascosti e molteplici, di un nuovo ermetismo.
    Bellissimo il verso “un sorriso e mi conduci da dentro a fuori a dentro”.
    Mi piace pensare che il sorriso sia il baricentro fra il dentro ed il fuori, sia il ritrovato equilibrio.
    Grazie Carla

  3. Prodigioso contrasto tra l’angoscia del tempo presente e la bellezza suprema, ad un tempo inquietante e lenitiva, della Poetica di un Danilo in stato di grazia. Incute un forte timore reverenziale, mentre soavemente avvolge in celestiali percezioni, quietandoci, cullandoci. Grazie Poeta. Non sarò mai in grado di esprimere compiutamente sensazioni, struggenti emozioni.

  4. Incredibile come usi gli ossimori con senso compiuto.
    ‘Uscita introversa’ , ‘Orbite cave e visioni convesse’…
    Dipingeró i tuoi occhi solo quando conosceró la tua anima.
    Tu dipingi con le parole.
    Sempre grata per le tue bellissime composizioni.
    Sono ali per poter volare.
    Grazie Danilo ?

  5. Caro Danilo,
    bella poesia, colma di simbolismo metafisico. Turbine di sensualità che inonda la sensazione che non può essere pensata ma cantata. Se tenti solo di pensarla “l’orbita” resta “orfanata”, necessita un’evasione da un pauroso nulla. “Manca solo ciò che salva”: “altro sguardo, altro moto / dei tuoi capelli, dei tuoi cenni / un sorriso…”. E’ vero, ma Dioniso non si pone il problema del post.
    Saluti, Giancarlo

  6. Mi è bastato leggere l’inizio del contenuto della tua mail per avere la certezza che ci avresti deliziato con Billy Idol! Poeta, DJ……cos’altro chiedere???? Complimenti!

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