La trasparenza

Théodore Géricault, La Zattera della Medusa (1818-1819)

il primo chiarore del cielo
mi dice del tuo timido arrivo,
di chi? del sole o del tuo fantasma?
Sia quel che sia, ho sempre la stessa
identica sensazione di un giorno
che mi porge la morte al cuore
ogni volta l’alba sia questa sfrenata
emorragia del sole alla nascita
e tamponarla vorrei, e di buio curarla
indugiando ancora nella notte, ancora un po’
per non scoprirmi larva sbozzata a metà
e, con me, un mondo storto e cieco
per troppa furia di darsi alla luce
e scoprire poi, atterrito, il proprio arcipelago
abitato solo da spettri su navi fantasma.
Quando si dice la trasparenza riveli del mondo
come non giri che a vuoto in tua assenza.

La trasparenza – Versione audio:

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7 pensieri su “La trasparenza

  1. Bellissima la scelta del dipinto, naufraghi su una zattera che attendono Argus. Leggerti é sempre un’occasione per approfondire e imparare il molto che non so.
    Stupendo il ri-veli…trasparenza…
    Grazie, di cuore e d’anima.
    Lorella

  2. Questo testo catapulta nel confessionalismo plathiano. Da modestissimo studioso della musa di Boston trovo la cosa molto interessante: il titolo della poesia, il tema del fantasma, un’albedo (alchemico-junghiana) contrastata, mi riconducono a liriche di Sylvia Plath (in particolare a “A birthday present”, una cui profonda analisi pubblicherò in un secondo saggio sulla poetessa, e a “The ghost’s leavetaking”), e alla di lei poetica nel modo in cui l’ho inquadrata. Nella sua, Professor Breschi, poesia ritrovo il conflitto dell’io col mondo fenomenico, e la tensione verso qualcosa di metasensibile: credo sia il “processo junghiano di individuazione del Sé”, di cui, come avrebbero detto a D-503, soffriamo noi che viviamo l’essenza umana (aristotelicamente) secondo la parte più nobile. Lei, al contrario di Sylvia, parla di un «sole» ambiguo (la scrittrice bostoniana è celeberrima per il simbolo della “luna”): in termini poetici e psicoanalitici junghiani il raggiungimento di una forma di armonia lo disambiguerebbe in maniera positiva. La dicotomia “sole/luna” è collegata a quella “maschile/femminile”: al di là dei campi psichici individuali di relazione (interiore ed esteriore, anima o animus a seconda del sesso del soggetto) sta, ad avviso di Jung, nel risanamento dell’io maschile, l’ideale archetipico del “vecchio saggio”. Forse potrebbe vedersi in “questa luce” la meta della sua poetica? L’associazione del testo con “La zattera della Medusa” offre inoltre più spunti critici: “Medusa” è innanzitutto la mamma di Sylvia (nella sua qualità di Grande madre negativa); il naufragio è un’allegoria esistenziale, la quale in sede plathiana ha un corrispettivo nell’evocazione della situazione di Ulisse (dell’“Odissea”).
    https://www.scribd.com/doc/308196839/Sylvia-Plath-e-l-utopia-dell-essere

  3. Poesia e Politica, in una straziante fusione che percuote duramente nell’intimo, diradando le nebbie drammaticamente.

  4. Poeta, come non meditare sulle tue parole?
    Il sole, che è la nostra fonte vitale, lo facciamo sorgere su scenari sempre più apocalittici, dove il mare si trasforma in tomba e l’uomo annaspa nella vita che lui stesso ha reso invivibile, violentandone il ritmo ed il senso reale, spargendo morte, sotterrando ogni creatura nella morte.
    E’ vero, ci si sente larve sbozzate a metà, molecole scorticate che annaspano tra spettri e navi fantasma.
    La luce deve prevalere però, senza che affamate, cieche creature la violentino.
    Saremo rigenerati ed ogni cosa riacquisterà la sua armonia.

    Grazie Danilo, magnifica opera. Amo moltissimo la canzone di Patti Smith che hai scelto. Il nostro lamento silenzioso, quando siamo infelici, è come il pianto delle colombe.
    Il quadro, poi, è sconvolgente. Come non riandare col pensiero ai tanti barconi della morte che affrontano il mare che inghiotte il loro povero carico d’esseri martoriati, cui nessuno potrà dare neppure degna sepoltura?
    Un forte abbraccio, Danilo.
    Annamaria

  5. … l’alba è colma di aspettative, il tramonto ti da anche la sua ultimissima piccolissima speranza senza pudore… Questa tua poesia mi rappresenta… moltissimo

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