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E il canto infine si apre: Giulio Casale

Ma l’uomo non è fatto per la sconfitta, un uomo può essere distrutto ma non sconfitto
(E. Hemingway)

Da vent’anni si aggira per la scena musicale italiana un poeta vero, diretto erede della Beat Generation e del cantautorato italiano, da Tenco a Gaber (che ha riportato egregiamente in scena). Nella musica macinata prima assieme alla sua band, gli Estra, una delle migliori espressioni del rock italiano degli anni Novanta, e poi da solista, la sua voce e il suo suono, uniti ad una continua ricerca della parola capace di incidere e restare, parole da “morirci dentro”, ha sempre mantenuto intatta e genuina una capacità di graffiare, un’indole rabbiosa, come s’addice al rock più puro, e questo testimonia solo una cosa: che il cuore gli sanguina ancora, i suoi occhi sono spesso gonfi, e per l’intensa ricerca del vissuto ancor prima che per il pianto, e le sue vene rabbrividiscono ad ogni incognita del tempo che passa e ad ogni ingiuria che corrompe l’anima e il senso della bellezza. Un disagio portato con stile, trasfigurato con regolarità, grazie a coloro che lo hanno preceduto e gli hanno donato (come avrebbero donato a tutti noi, se solo l’avessimo voluto, se solo lo volessimo…) tante pagine e tanti suoni, tante immagini e tanti canti. Ernest Hemingway, Jack Kerouac, Jackson Pollock, Ian Curtis, i Buckley, Tim e Jeff, ossia padre e figlio, e poi Kurt Cobain, David Foster Wallace e tanti altri “angeli con la pelle troppo sottile”. Insomma, tutto un patrimonio e una stagione di martiri della “grace under pressure“, grazia sotto pressione. Lui è uno di quelli che porta quel fardello perché sa che senza di esso sarebbe tutto più pesante e tutto più orizzontale, quasi piatto. Quel fardello è come lo zaino di chi si appresta a scalare vette altissime, difficili da raggiungere, per ritrovare il respiro perduto, il pneuma. Il nome di questo viandante della musica d’autore italiana, rock e non solo, di un teatro di prosa cantata, e non solo, è Giulio Casale. Oggi compie gli anni. Auguri, buon compleanno!!

“But man is not made for defeat”, he said. “A man can be destroyed but not defeated”.
(E. Hemingway)