Archivi del mese: Maggio 2015

La sobrietà del buio

dichiarami il tuo passo
quale peso quale ampiezza
e saprò cosa serbi nel cuore
fuochi fatui o mani tese
all’annegato, io se di te privo

gonfio d’acqua come il folle
da risanare dal basso istinto
così che io sia una carrucola
che dal pozzo del mio tempo
versi acqua porti acqua

e l’ubriaco di troppa luce
trova vertigine nella stasi
ingaggia duello dopo duello
ingaggia vita amori e morte
perché le ore sian campanelli

così che suona di porta in porta
a mendicare la sobrietà del buio.

La sobrietà del buio – Versione audio:

[da Congiunzione carnale, astrale, relativa, Firenze 2004, p. 41]

Bartolomé Esteban Murillo, Il giovane mendicante (1645-1650)