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Il mistero del bambino con fata e vampiro

Arthur Rackham, Canzone delle fate (1908)

sono inzuppato di mistero
fino al collo: puoi prosciugarmi?
A forza di baci, a forza di morsi:
se mi stacchi un orecchio è fatta, forse
e uno spiraglio avrò per il mondo
che in te vuole scrutarmi curioso
di sapere come si scavino rifugi
tra cuore e spina dorsale, già, lì,
proprio lì, frusciante angelo sbiadito
in un lavaggio d’anime a tradimento,
ché lo so che t’hanno colto di sorpresa,
i soliti assassini del primo amore d’ognuno
che ci costringono a strofinare la noia
in attesa del genio della lampada fulminata,
tre desideri: volere, volare e avvincere
gli altri, il tempo, te e le muse stralunate;
ecco, finisco sempre che mi metto in mezzo.
Prima o poi mi investiranno, e non sarà porpora
ma sangue rappreso di un cuore spianato
sull’asfalto che ho solcato sin da bambino
e camminavo e camminavo e camminavo
ma quell’ombra alle spalle non si staccava
mi perseguitava e voleva il suo buio dentro me.
Se non che il sole di un’alba sorda e malferma
mi trafisse la carotide e un canto sgolato ne uscì
e da allora ho un compagno di sangue a sorvolarmi
e sorvegliarmi che l’ombra non m’aggredisca.
Sono fortunato ad avere un alleato nelle notti insonni
il bipede, la fata, il vampiro e l’alata veglia diuturna:
siamo noi il festino perenne che svernicia l’angoscia
e di bianco e sfingeo non resta che il tuo pallore
ma so come sanguinarne la gioia, e così inizio a farlo.

Il mistero del bambino con fata e vampiro – Versione audio:

Edvard Munch, Il Vampiro (1893-94)
Edvard Munch, Il Vampiro (1893-94)