al tuo, suo, cospetto

Adolph Friedrich Erdmann von Menzel, Camera con balcone (1845)

Un granello di sabbia mi dà mente
inceppa il calcolo forsennato
e srotola il filo della memoria
che mi sovviene amara sogghigna.

Toccami la corda del sogno
che ho, tesa tra cuore e midollo,
e ascolta un vento di guerra
la mia al mondo dei gessi
grezzi muti e sordi all’eco.

Dio e donna, tu dammi le forze
ché scalpelli, ché scalpelli,
che trovi vie dove dicono fine
che dia mani se tutto è monco
che dica è ora al tuo cospetto.

Al tuo, suo, cospetto.

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9 pensieri su “al tuo, suo, cospetto

  1. 👍 come sempre. Scusami Danilo, non voglio opacizzare con una sequela di parole la bellezza della tua poesia per dire e ripetere sempre le stesse cose. Piuttosto voglio godere con il cuore e con l’anima, nel silenzio, la bellezza dei tuoi versi che mi regalano sempre tanta bellezza ed emozione.
    Complimenti!

  2. E’ vero Poeta, anche un granello di sabbia può far tornare vividi amari ricordi ed arrestare una routine forsennata che poco si concilia con l’essere umano vero.
    Occorre risvegliare il Sogno per sconfiggere quei gessi grezzi muti e sordi alla reale e sanguigna vita.
    Dio e donna, tu dici Poeta, possono salvarci ridando perfino le mani ai moncherini.
    Il grande Logos e la Dea Madre ci risveglieranno dall’incubo.

    Grazie Danilo per questa lirica bellissima e significativa. Ti abbraccio.
    Annamaria.

  3. Places no one can touch, only feel. The fire within… Our heart is like an unfinished puzzle, that is why we search for the perfect one to complete it.

  4. “Dio e donna…” , il tutto in sole due parole. Davvero molto bella. Ancora complimenti, passano gli anni ma la Sua vena poetica non fa altro che aumentare.

  5. Non voglio il granello di sabbia e non voglio srotolare il filo della memoria né vederla sogghignare. Vorrei essere un gesso grezzo e muto per un po’, solo un po’, per raccogliere le forze disperse ovunque e tornare a percorrere la via dove viene detto fine, per poi ritrovare la corda dei sogni

  6. Mi ripeto. Ho un approccio problematico con la Poesia. Mio padre mi rimproverava, tra un lirica dell’amato Di Giacomo e tante altre, l’insensibilità, la caparbia estraneità, con dolcezza stupita. In Danilo storico ritrovo le mie sicurezze, ed il sottile piacere intellettuale.
    Eppure, ora, da principiante, smarrito, mi aggiro incerto ed emozionato. Suggestionato dalla indicibile magnificenza di “toccami la corda del sogno” e l’angoscioso “Dio e donna… Al tuo, suo cospetto”. Domine, non sum dignus.

  7. Poesia e musica si fondono in un tenero abbraccio e, come un granello di sabbia scorre tra le acque limpide, tra ricordi, gioia, dolore, arrivano al suo cospetto.

  8. Essere vivi è toccare la corda del sogno.
    Toccare la corda del sogno è sapersi ancora emozionare, amare la vita.
    Nonostante tutto.
    Ti abbraccio Danilo. Rò

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