L’Officina

Salvador Dalì, Ascensione di Cristo (1958)

Questa preghiera è per te
fabbro che stai sopra i cieli
e nei fondali di un utero
a scalpellare qui semi di maschio
come lassù stelle di potassio

ho intravisto in lei
ora immaginato in te, figlia
la stregante officina del tuo ventre
di futura madre,
e vorrei cominciasse a piovere
per attutire il distacco
vorrei quindi un dolce terremoto chirurgico
asportasse la nostra stanza e c’innalzasse
sorta di altipiano a galla sul cielo
a diecimila piedi dal ronzio del mondo
mieloso insetto brulicante a milioni
molesti come i lerci fantasmi che la tv ci scaglia
quale novella pietanza di veleno
sulle tavole nostre, intristite

diluvio spazzaci via, terremoto espèllici

il vento farà di noi due sfere di silenzio
poi il fabbro ci salderà in un otto disteso.
Persi saremo sfinendo nel metallo fuso del creato.
Lode a te, o fabbro.

L’Officina – Versione audio:

[da Cicatrici e altre incarnazioni, WIP Editori, Bari 2015, p. 23]

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5 pensieri su “L’Officina

  1. Da sopra i cieli,
    hai depositato, nel fondale del mio utero, una stella.
    Il mio ventre, di futura madre, è ormai un’officina!!
    Sento un dolce terremoto,
    poi silenzio…fusi insieme, creature di amore vivente!!!

  2. This whole display was magical as well as personable. Too many facts relayed, touched my very soul! First time seeing the painting, awesome. The poem, wonderful!

  3. Caro Danilo,
    l’ascensione di Cristo di Dalì è azzeccatissima, tu la espliciti integralmente con la parola poetica. Le dernier couplet ha grande valore filosofico-teologico.
    Complimenti. Giancarlo

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