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Ernst Nolte e la perduta cultura europea di destra

recensione apparsa su «L’Indice», XXVII, n. 2, febbraio 2010, p. 44

ERNST NOLTE, STORIA, EUROPA E MODERNITÀ, intervista a cura di Luigi Iannone, pp. 75, € 8,50, Le Lettere, Firenze 2009

Ernst Nolte è uno dei grandi vecchi della cultura storica e filosofica europea. Da tempo si assiste all’uscita di libri-intervista con cui si cerca di tirare un bilancio della sua vita ed opera di studioso. L’intervista è però un genere difficile e non sempre il risultato è soddisfacente, talvolta si rischia persino di penalizzare l’intervistato. In questo caso, l’esito non pare del tutto convincente, nonostante l’impegno dell’intervistatore.
Nelle sue risposte Nolte appare a più riprese elusivo e sbrigativo, a seconda dei casi. Talora si intuisce che si tratta della legittima reticenza di chi ha alle spalle tanto studio e tanta esperienza vissuta da sapere ormai che ogni previsione sul futuro è spesso il contrario della saggezza; talaltra il lettore ha come la sensazione di trovarsi di fronte a indifferenza o disinteresse, che è poi il rovescio della medaglia che la saggezza del vecchio porta con sé. A salvare comunque questa intervista, oltre alla cortese insistenza dell’intervistatore, intervengono affermazioni fulminanti come queste: “l’uomo senza limiti non è più uomo”; “se si vuole distruggere la particolarità si distrugge anche l’umanità”.
Frasi che sintetizzano bene il pensiero noltiano, espressione tra le più interessanti e controverse di una cultura europea di destra orfana dei concetti su cui si era costruita fino alla deflagrazione della prima guerra mondiale. Nolte ha cercato di ricostruirla dopo la doppia tragedia bellica culminata nell’orrore di Auschwitz. Lo ha fatto anche mettendo a nudo l’insostenibile etica delle intenzioni applicata alle ideologie totalitarie. Ed è qui che lo storico tedesco ha rotto le convenzioni accademiche consolidatesi negli anni Settanta: vedi l’affermazione di un nesso causale tra il primo bolscevismo 1917-1918 e il nazismo. Della propria nazionalità Nolte palesa subito un senso di appartenenza, di orgoglio e di rimpianto che forse, più di ogni altra cosa, lo espone a facili critiche e inaccettabili proscrizioni.